La recente modifica all’articolo 51, comma 5 del TUIR, introdotta dalla legge n. 207 del 30 dicembre 2024 (legge di bilancio 2025), ha sollevato forti preoccupazioni tra le sigle sindacali del Comparto. Queste modifiche riguardano la gestione fiscale delle spese di trasferta sostenute dal personale in missione, imponendo l’obbligo di tracciabilità, che impatta in modo significativo sulla vita quotidiana dei militari.
Uno dei principali problemi evidenziati è l’obbligo di utilizzare carte di debito o credito personali per le spese di vitto e alloggio. Questo nuovo requisito comporta una serie di disagi pratici, tra cui la necessità per molti militari di richiedere una carta personale, spesso non posseduta in quanto condivisa con le famiglie. Tali spese comportano anche costi aggiuntivi, che potrebbero gravare ulteriormente sul bilancio del personale, già sottoposto a molteplici pressioni economiche.
Inoltre, l’aumento della frequenza di utilizzo delle carte potrebbe comportare maggiori registrazioni nel conto corrente, con il rischio di un incremento dei costi mensili. Per coloro che intendono utilizzare carte prepagate, ci sono ulteriori oneri da considerare, come le spese per ogni versamento di denaro contante necessario a coprire le spese durante le missioni.
Le preoccupazioni non si fermano qui; esiste anche il timore che gli anticipi concessi per le spese di missione possano innalzare la giacenza media annua, con conseguenze negative sul valore ISEE. Inoltre, un numero elevato di transazioni potrebbe attirare l’attenzione delle autorità fiscali, dando l’impressione di uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità.
In risposta a queste criticità, Antonino Duca (SAM), Francesco Gentile (ASPMI), e Warner Greco (SIM MARINA) e segretari generali delle compagini tra le più rappresentative del Comparto Difesa, hanno avanzato una proposta innovativa. Chiedono infatti che gli Enti amministratori (EDRC) considerino l’assegnazione di carte prepagate al personale in servizio isolato. Questa soluzione avrebbe il potenziale di semplificare il pagamento delle spese di missione, riducendo al contempo il carico finanziario personale dei militari e garantendo un utilizzo più efficace delle risorse.
Con una gestione più snella e moderna delle spese, si potrebbe garantire che il personale possa concentrarsi sul proprio dovere, senza doversi preoccupare delle complicazioni burocratiche e fiscali.
Ecco perché in queste ore le tre compagini sindacali hanno inviato una missiva all’amministrazione difesa.