Stabilizzazione Legge 104 (o 267) ai reparti di temporanea assegnazione?
È solo propaganda di basso livello!
Cosa potrebbe accadere?
Semplice. Verrebbero ben presto 𝐛𝐥𝐨𝐜𝐜𝐚𝐭𝐞 tutte le 𝐭𝐢𝐩𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 ordinari e si innescherebbe un potenziale e pericoloso “circolo vizioso”.
Ad oggi i numeri sono chiari: in linea di massima oltre il 75% del personale NON fa servizio nella regione di origine che, solitamente, è una regione del sud e cioè regioni con tutti gli EDRC in situazioni di extraorganico anche a causa del personale in temporanea assegnazione, beneficiario degli istituti di leggi “speciali“.
Ed ecco che il vociferare di qualche sigla sindacale si è trasformato in un emendamento al “decreto lavoro”, nonostante la consapevolezza, anche da parte di quella politica “favorevole”, della NON sostenibilità di un tale provvedimento.
SIA CHIARO: IL PROBLEMA NON SONO LE LEGGI SPECIALI.
Il disagio dei colleghi che assistono un disabile è cosa nota ed è proprio per questo che NON possiamo assistere a questa enorme presa in giro.
Ma, soprattutto, non possiamo dimenticare il personale attualmente impiegato nell’area nord che desidera tornare nella regione di origine attraverso le vigenti, sensibilmente migliorabili , procedure ordinarie.
Magari personale iscritto proprio a queste sigle e finanziatore ignaro di una policy sindacale che, potenzialmente, potrebbe vanificare anni di sacrifici e progetti.
In definitiva, non è una questione di essere a favore o contro, anche perché il SAM non fa il mestiere del legislatore, ma non possiamo non notare che stante l’attuale quadro numerico e, pertanto l’attuale inapplicabilità, si potrebbe innescare un circolo vizioso che porterebbe il personale all’esasperata ricerca di una legge speciale per poter ottenere l’avvicinamento “a casa”.
La politica, anziché prestarsi alla mera propaganda, dovrebbe pensare ad una legge quadro sulla specifica militare che, attraverso una politica del welfare, permetta al militare di vivere dignitosamente anche lontano dalla propria famiglia di origine. Oltremodo, in riferimento alla questione ed alla stessa specificità, atteso che tutto deve essere fatto al fine di migliorare la condizione del personale anche e sopratutto di quello che vive condizioni di disagi, sarebbe opportuno che prima di arrivare a soluzioni approssimative e non percorribili, le parti sociali siano ascoltate. Ecco perché invitiamo sin da subito la stessa politica ad aprire un tavolo di confronto sulla questione.