Si è svolto in data 9 ottobre, presso l’aula DIAZ di Palazzo Esercito, il secondo incontro tra il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, e le associazioni sindacali militari.
Un momento importante in cui noi del SAM abbiamo ribadito quanto detto durante i numerosi confronti con i colleghi nei reparti: la tutela del personale militare non può prescindere dalla specificità dello stesso.
Una specificità che va valorizzata, divenendo un reale e tangibile contrappeso tra i doveri ed i diritti del personale. È questa la chiave di accesso per aprire le porte ad una politica dei redditi, una previdenza dedicata e un welfare attagliato ai militari, che permetta al personale di poter svolgere il proprio servizio, soprattutto in questo determinato momento, in modo sereno in ogni regione e provincia d’Italia.
In tal senso, riteniamo necessario che l’Amministrazione faccia un’incisiva attività di corretta informazione in merito alle prerogative di tutela che l’esercizio di questo nuovo diritto introduce nel mondo militare, affinché sia chiaramente percepita da tutti colleghi (contrattualizzati e non) l’importanza della partecipazione alle iniziative assembleari e delle adesioni ai Sindacati militari. Solo quest’ultimi, infatti, possono rappresentare l’interesse del personale dell’Esercito nei tavoli contrattuali.
Inoltre, la continua contrazione dei volumi organici e l’invecchiamento del personale sono questioni da affrontare con celerità. Anche su ciò, risulta opportuno parlare ed informare il personale del cosiddetto “nuovo modello difesa” e della legge 119 del 2022.
Infine, abbiamo manifestato le nostre perplessità, come già denunciato il 5 luglio scorso, in riferimento all’aumento delle unità di personale del dispositivo operativo di Strade Sicure e per il quale le risorse, ad oggi, sono appena sufficienti a remunerare le indennità.
È doveroso sottolineare che la sicurezza, l’efficienza ed il benessere psicofisico del personale passano inevitabilmente da alloggi dignitosi, adeguati turni di riposo ed equipaggiamenti idonei.
In definitiva, il personale dell’Esercito non può operare sempre in condizioni di “emergenza” e il Parlamento ha il dovere di farsi carico delle esigenze prospettate.
Alla luce di quanto esposto, il Capo di SME, già concorde in merito alla necessità di una corretta informazione in riferimento ad alcuni degli argomenti esposti, ha espresso la volontà di programmare ulteriori confronti con le articolazioni dello Stato Maggiore già dal mese di novembre.