Proseguono gli incontri tecnici, il settimo oggi, presso la Funzione Pubblica e le associazioni professionali a carattere sindacale militare.
Tra i temi sul tavolo nell’incontro odierno, che ha visto partecipe il Segretario Generale Antonino Duca, accompagnato dal Segretario Aggiunto Giorgio Masala e dalla Segretaria Regionale Emilia Romagna Maria Cipri, il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 settembre, che, su iniziativa del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e del Ministro della Difesa Guido Crosetto, conferisce ai sindacati militari il diritto a distacchi annuali e permessi sindacali retribuiti per l’esercizio del loro mandato.
Come tra l’altro avvenuto con la Polizia di Stato nel 1981, ma con risorse che provengono da fondi interni all’amministrazione quindi no con risorse aggiuntive.
“Iniziamo a raccogliere i risultati del lavoro svolto sul tavolo contrattuale, insieme ad altre organizzazioni che hanno sollevato la questione fin dal primo incontro,” – cosi in una nota Antonino Duca, Segretario Generale del Sindacato Autonomo dei Militari. – “Questa norma rappresenta un passo significativo su un tema molto delicato. Le nostre pressanti rivendicazioni a Palazzo Vidoni hanno portato a questo provvedimento, che sblocca risorse importanti che sarebbero pesate altrimenti nelle tasche del personale.”
Sono circa 23 milioni gli euro di fatto risparmiati dalle risorse contrattuali, che potranno essere destinati all’accessorio.
“È innegabile – prosegue il segretario – che ci sono ancora questioni da affrontare. Tuttavia, non possiamo che apprezzare questo primo segnale di apertura, in attesa del prossimo incontro, dove confidiamo di ricevere certezze anche dal Governo Meloni riguardo a specificità, defiscalizzazione delle indennità accessorie e previdenza dedicata.”
Per quanto riguarda i temi sul tavolo, confermato, a risorse attuali la volontà di andare ai 100€ netti per un graduato, rimangono aperte altresì le questioni relative agli straordinari e al Cfg, così come l’idea di istituti contro il caro vita in alcune latitudini.
“I nostri stipendi sono inadeguati per alcune città, – conclude Duca – chiediamo con forza istituti che permettano di poter vivere nelle stesse in modo dignitoso”.