17 Luglio 2023

Primo incontro con DIPE, il SAM: Puntiamo su specificità, meritocrazia e trasparenza.

Si è svolto nella giornata del 12 luglio, in aula Montezemolo presso Stato Maggiore dell’Esercito, il primo incontro in programma questo mese tra le associazioni sindacali e le articolazioni dello Stato Maggiore.

La riunione, di natura informativa in quanto l’impiego non è oggetto di contrattazione, è stata presieduta dal Capo Dipartimento, il Gen. C.A. Salvatore Cuoci, il quale, nel ribadire appunto la natura dell’incontro, ha esposto l’attuale quadro in riferimento all’impiego e quanto questo sia criticamente alterato, tra l’altro, da:
– compressione dei volumi organici;
– invecchiamento del personale;
– mancanza di strumenti normativi idonei atti garantire al personale una serenità di impiego.

Nello stesso, ha informato circa la decisione “obbligata” di rendere meno permeabili in termine di pubblicazione i provvedimenti di pianificazioni per tutte le categorie di personale, nel rispetto delle normative vigenti al fine di tutela della privacy nonché in materia di “sicurezza”.

Antonino Duca, Segretario Generale del SAM, nell’ambito del suo intervento, profondamente consapevole della natura “informativa” dell’incontro, ha rimarcato la necessità di lavorare ad una norma quadro sulla specificità militare che permetta al personale di vivere in modo dignitoso con la propria famiglia, indipendentemente dalla sede in cui gli viene “ordinato” di andare a svolgere il proprio servizio. Questo è il primo grande problema sul quale bisogna fare confluire tutte le attenzioni.

Parlare di specificità significa chiedere alle autorità competenti quanto necessario per permettere di conciliare il DOVERE, dato dalla condizione militare, con DIRITTI ADEGUATI in termini economici, giuridici, previdenziali ed in termini di welfare.

Questa è la strada da percorrere.

Allo stesso modo, nel contributo di pensiero, ha richiesto, tra l’altro, che vengano poste nelle disponibilità al movimento punteggi incrementali a seconda della distanza tra sede di servizio e sede desiderata. Nella stessa, inoltre, ha richiesto attenzione per il persone che svolge servizio ai confini e che nell’ambito delle leggi speciali vi sia una sorta di congelamento dell’anzianità di reparto.

Per quanto concerne la decisione “obbligata” di rendere meno permeabili in termine di pubblicazione i provvedimenti di pianificazioni per tutte le categorie di personale, nel rispetto delle normative vigenti al fine di tutela della privacy nonché in materia di “sicurezza”,  pur conscio della problematica, confida che quanto prima si trovi una soluzione che renda giustizia a quel principio  di “trasparenza”, enunciato in molti provvedimenti, che a seguito di tale decisione, “obbligata”, sembrerebbe venir meno.

Inoltre, nell’ambito dei concorsi interni, ha richiesto  la possibilità di conoscere fin da subito le sedi eventuali di possibile assegnazione.

Infine, con l’obiettivo di far maturare una vera coscienza sindacale e di evitare informazioni meramente populiste che circolano NON per tutelare i colleghi ma SOLO per avere qualche tessera-delega in più, ha richiesto che le informazioni fornite in materia d’impiego dal Capo Dipartimento vengano diffuse fino ai minimi livelli.

I mari ed i monti promessi da qualcuno, in questo tavolo informativo, non ci sono… e già qualche costruzione, fatta sulla sabbia del facile consenso, vacilla.

È semplice parlare nelle caserme d’impiego, illudendo il personale che l’argomento sia di natura contrattuale e che si vuole e si può accontentare tutti.

È facile scrivere su Facebook della stabilizzazione delle leggi speciali nei reparti di assegnazione o addirittura, l’ultima novità, chiedere la 42bis fino a 12 anni.

Più difficile è, invece, spiegare e far comprendere le dinamiche di infattibilità di determinate promesse e contribuire alla crescita di una vera coscienza sindacale che dovrebbe portare i militari a richiedere, in modo unitario, consapevole e attraverso un sindacato serio, una legge sulla specificità.

Il tempo degli slogan, delle convenzioni e delle promesse populiste sta volgendo al termine, lasciando spazio a ciò che un sindacato dovrebbe realmente essere: uno strumento di TUTELA per garantire un miglioramento della collettività con le stellette.

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